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Blockchain, New economy

Socialismo digitale: la terza rivoluzione industriale 

settembre 8º 2023
4 minuti

L’urgenza e la frenesia globale di connettere sempre più persone e dispositivi dà vita, in completo silenzio, ad una nuova forma di socialismo. È appropriato definire questo fenomeno come “socialismo digitale”? Sì, perché la connessione trascende lo “stato” per operare nel dominio della cultura, della libertà e dell’economia.

Evocare il socialismo digitale rappresenta un’emanazione di libertà. Questa denominazione è stata ideata per valorizzare l’autonomia individuale, promuovere obiettivi collettivi e smantellare gradualmente la centralizzazione, viviamo in un’era di decentralizzazione senza precedenti. Negli ultimi duecento anni è radicato in noi l’obiettivo giornaliero di concludere le classiche otto ore di lavoro, ma ora, i nostri desktop ci donano l’opportunità dell’infinito e ci collegano ad ogni click di mouse a cooperative virtuali decentralizzate. Adesso non è più il momento di lamentarsi, ma di agire, abbiamo letteralmente a portata di mano l’opportunità di accedere a un’abbondanza di beni liberamente disponibili per tutti, al posto dei vecchi razionamenti e sussidi.

Il termine “socialismo” non è stato scelto a caso. Descrive al meglio un insieme di tecnologie che si basano sulle interazioni sociali decentralizzate, incentivate da un genuino libero arbitrio dove l’azione collettiva emerge dall’interazione tra il web e un’audience globale. Se ci pensate bene, le persone controllano potenti mezzi di produzione, quando lavorano per un obiettivo comune, quando condividono i risultati del proprio sforzo e quando lavorano e beneficiano senza scambio monetario, è logico parlare di socialismo digitale.

Oggi, la nostra forza lavoro è composta da individui liberi in un’“economia decentralizzata basata sul dono o sul baratto”. Non esiste più la proprietà nel senso tradizionale, e la tecnologia espande ed influenza perfino i confini politici. Questo movimento, radicato in un Internet trasparente, open source e decentralizzato, ambisce a rivoluzionare la nostra economia e la nostra comprensione della politica stessa, elevandoci a cittadini di un nuovo stato, cittadinanza?  “mondo!”. 

Uno dei regali più grandi che ci sono stati fatti negli ultimi anni è proprio la blockchain. Questa tecnologia nata da un white-paper che tanto sa di manifesto rivoluzionario, in maniera naturale a fondato organizzazioni autonome che avranno la possibilità di riformare le basi delle nostre economie. Lo scambio definito in un blocco di questa tecnologia che ridefinisce il concetto stesso di scambio diretto  (peer-to-peer), dandogli un valore immutabile nel tempo, mira a trasformarsi in cambiamento sociale duraturo.

Una rivoluzione silente che dura da altre 60 anni, ha avuto origine con la creazione del primo computer della storia e ha spaventato per la prima volta l’umanità ed i potenti, con Olivetti ed il suo primo computer desktop Elea , adesso come fosse inarrestabile sta crescendo esponenzialmente sotto di noi.

L’associazione politica diventa inevitabile, pur non essendo di mio diretto interesse, diversamente dal comunismo, dove la produzione e il capitale sono di proprietà dello Stato, il socialismo digitale emerge da reti, dove la società stessa genera la propria ricchezza. Non è solo decentralizzazione, ma distribuzione di massa. Il primo grande grande regalo delle generazioni precedenti è stato Internet, il world wide web, che ha democratizzato una tecnologia di gestione dei dati decentralizzata, rendendo la condivisione di informazioni a scala globale una pratica legale e apprezzata, Se ricordate alla fine degli anni novanta vi fu la prima condivisione peer-to-peer ha iniziato, iniziata con  la musica, ma si è estese a tutti i tipi di media digitali.

So che la parola “socialismo” può sembrare pesante, e di fatto lo è, quantomeno per la  sua storia. Ma, nonostante ci abbia pensato molto, non ho trovato termine migliore per descrivere questo nuovo paradigma tecnologico, intrinsecamente legato all’interazione sociale. L’azione collettiva sarà sempre più il prodotto dell’interazione tra il web e un’audience globale, nonostante il rischio di semplificare eccessivamente usando un termine così carico di significati, non vi sono alternative migliori per descrivere questo fenomeno. Man mano che le persone e la tecnologia convergono, non avremo più bisogno di enti certificatori, dando vita a nuove forme di governance. Le tecnologie blockchain, come Bitcoin ed Ethereum, hanno già compiuto un primo passo in questa direzione.

Il socialismo digitale ci suggerisce che la tecnologia può guidarci verso una libertà totale, dove gli obiettivi individuali coincidono con quelli collettivi. Solo così potremo sfidare la centralizzazione del potere e promuovere una distribuzione equa della governance. Grazie alla blockchain e alla finanza decentralizzata (DeFi), stiamo compiendo progressi significativi verso una libertà sperando che diventi consapevole, perché l’uomo nonostante urli alla libertà, di fatto ancora la teme. Il nostro rapporto con la tecnologia, con gli altri e con il mondo sta subendo una trasformazione profonda e ci sta cambiando profondamente offrendoci opportunità mai avute nel corso dei secoli. Assistiamo alla nascita di una nuova generazione di una società totalmente digitale,  basata su reti decentralizzate.  Non abbiate paura il futuro è già in corso.


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